Quando insegno la sicurezza sul lavoro a ragazzi e adulti, rimango sempre spiazzata dall
'ignoranza pressoché totale sull'argomento.
I telegiornali e le riviste ci presentano ogni giorno casi di infortuni, di morti, di malattie legate al lavoro. A scuola si fanno (
o si dovrebbero fare) le prove di evacuazione, quando entriamo nel mondo del lavoro ci fanno un minimo di spiegazione su cos'è la sicurezza.
Eppure in Italia non c'è questa cultura, di prevenire incidenti/infortuni/disastri/malattie, di fare esercitazioni che servano davvero in caso di incendio/terremoto/alluvione. Ognuno pensa che
tanto capita agli altri, che basta fare attenzione.
E se cominciassimo a
instillare una cultura della sicurezza nei bambini? Ovvio, non la sicurezza sul lavoro, non sanno nemmeno cos'è il lavoro.
Ma se cominciamo a spiegare loro
alcuni semplici concetti legati alla loro vita quotidiana, molto probabilmente diventeranno adulti più responsabili in questo senso.
Perché non approfittare dell'estate? Si visitano posti nuovi, si fanno cose diverse, si sta in famiglia ma si conosce anche gente nuova.
Gli spunti per parlare di sicurezza abbondano. Spunti semplici che possono essere applicati tutto l'anno, ovviamente con gradi di difficoltà diversi a seconda dell'età.
Ecco alcuni esempi.
Si parte per le vacanze. Per intrattenere i bambini durante i viaggi in automobile si può spiegare loro l'importanza di rispettare le regole della strada. Per cominciare, seduti sul seggiolino e cinture allacciate. Saltare in macchina mentre mamma o papà guidano li distrae e può rivelarsi pericoloso. Se chi guida frena di colpo e i bimbi non sono legati si possono fare male. E' importante guidare con prudenza e attenzione, senza superare i limiti di velocità.
Al mare. Attenzione a fare il bagno, a non fare giochi pericolosi in acqua e a non allontanarsi troppo dalla riva.
In montagna. Non bisogna avventurarsi per sentieri che non si conoscono, avvicinarsi a corsi d'acqua (sicuramente molto fredda). Attenzione ai temporali, spesso improvvisi in montagna. Ale, 3 anni, sa che se ci sono lampi e tuoni non deve stare sotto un albero, che attira i fulmini.
In bicicletta. Meglio indossare il casco di protezione, per evitare di battere la testa se si cade. Fare molta attenzione alla strada e agli altri. Non ascoltare musica ad alto volume mentre si pedala: non si sentono eventuali pericoli in arrivo.
E così via.
Semplici raccomandazioni dettate dall'essere genitori? Vero, ma possono essere
un punto di partenza per spiegare alcune regole per non farsi male.
Non devono essere viste come un'imposizione, i bambini facilmente disubbidiranno. Anche gli adulti, spesso se vedono la sicurezza come una semplice imposizione (
metti i tappi nelle orecchie e le calzature di sicurezza perché te lo dico io che sono il capo e basta) non rispettano le regole.
E' importante allora
spiegare i motivi di quello che diciamo ai bambini. Non
"mettiti il casco", ma
"se non ti metti il casco e cadi dalla bicicletta, ti puoi fare molto male, andare anche all'ospedale. Mamma e papà sarebbero molto preoccupati per te. Allora è meglio se lo metti. Se ti tiene caldo ogni tanto ci possiamo fermare e lo togliamo per qualche minuto".
Non è nemmeno il caso di far paura immotivatamente. Mi capita spesso, quando insegno la sicurezza sul lavoro, di essere considerata una iettatrice.
Non è questione di terrorizzare, ma di insegnare a comportarsi in modo corretto per evitare conseguenze negative.
E soprattutto:
date il buon esempio. Inutile spiegare le regole della sicurezza stradale se poi si guida in modo pericoloso. Sforziamoci di fare le cose per bene, sicuramente non può farci del male.
Chissà che spiegando la sicurezza ai bambini non diventiamo anche noi adulti più attenti e consapevoli, a casa, sul lavoro e nella vita di tutti i giorni.
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